» [ TAG ] Quanto conta l’INCI?

incijune

Hellooo bloggers e non 💖

Spero che June mi conceda di utilizzare l’immagine che ha utilizzato per il suo post 🙂

Questo è un tag, anche abbastanza diverso da tutti gli altri… la definirei una sorta di discussione/chiarimento su uno dei “fenomeni” (se così lo si può chiamare) emerso negli ultimi anni ed in continua diffusione: il BIO e la graduale attenzione alla composizione (il famoso INCI) dei prodotti cosmetici. Trovo questo tag uno dei più costruttivi: non solo perchè ognuno ha la possibilità di esprimere la propria opinione e la propria visione al riguardo ma, soprattutto, in questo modo si riescono a colmare eventuali aspetti lacunosi di questo tema.

Non ci sono regole per lo svolgimento o la partecipazione al tag. E’ sufficiente rispondere alle domande, ma mi sembra giusto ringraziare June del blog Mannaggia il latte per avermi nominata 🙂

1. In che modo hai iniziato ad interessarti ai prodotti bio?

Premessa: io non sono fanatica o sostenitrice incallita del bio a tutti i costi. Il mio avvicinamento a questo mondo ha origine da una brutta esperienza con diversi prodotti, soprattutto shampoo… mi hanno arrecato problemi da non poco. Sono una persona cui, in casi come questi, piace documentarsi e cercare risposte su internet, ed ecco come mi sono ritrovata nel canale Youtube di Carlitadolce (che ormai penso un pò tutte conosciate) la quale ha avuto un’idea a parer mio strepitosa e di utilità immensa: illustrare, analizzare e spiegare, poco a poco, gli ingredienti che compongono i prodotti cosmetici, ponendo l’attenzione su quelli considerati “dannosi e da evitare”, data l’origine e le proprietà. Penso che, se oggi il bio si sia diffuso velocemente, sia anche grazie ai suoi video. Queste brevi “lezioni” mi hanno affascinato e fatto aprire gli occhi: mi sono resa conto di come effettivamente sono fatti tutti i prodotti di uso quotidiano. Da allora non mi fermo più: continuo a documentarmi e a scegliere con più attenzione i miei cosmetici.

2. Qual è stato il tuo primo acquisto bio?

Innanzitutto, per me, il prodotto deve presentare un INCI accettabile e quindi privo delle note schifezze. I miei prime, e fin’ora unici, acquisti bio sono stati lo shampoo e la maschera per capelli all’olio di macadamia di Omia Laboratoires (recensiti qui 🙂 ), facilmente reperibili nei maggiori supermercati.

3. Qual è stato il tuo ultimo acquisto bio?

Gli ultimi acquisti bio, perchè comprati insieme, sono stati uno shampoo de I Provenzali e una maschera, sempre dell’Omia Laboratoires, della linea ai semi di lino (al termine dell’utilizzo ve li recensirò entrambi).

4. Il prodotto bio di cui proprio non puoi fare a meno?

Sono una persona che non compra mai lo stesso prodotto due volte 🙂 sono un pò come il fulmine eheh non cado mai due volte nello stesso posto…

Nonostante possa trovarmi molto bene con un prodotto, mi piace da morire cambiare e provarne di nuovi, perchè penso che posso sempre trovare di meglio!

5. Che rapporto hai con le marche da supermercato che si autoproclamano bio?

Ahahahah questa domanda è divertente! Riderei in faccia a queste aziende! Io che sono una persona profondamente per la giustizia, della serie “se hai sbagliato devi beccarti la pena che ti meriti, non importa chi tu sia o cosa faccia”, non tollero queste prese in giro, perchè è di questo che si tratta: il cliente con una conoscenza basilare o pari a zero, che legge “bio” sulle confezioni, si fida ad occhi chiusi, comprando il prodotto e convinto di stare utilizzando qualcosa di bio al 100%… probabilmente nemmeno le aziende in questione sanno cosa significhi bio -_-. E’ qualcosa che “và tanto adesso” e quindi si autoproclamano bio anche loro: poi guardi l’INCI e ti rendi conto che dentro c’è la creme de la creme de la schifezzì cosmetique. A quanto pare non vi sono controlli da parte di qualche autorità nei confronti dei marchi (correggetemi se sbaglio!) e lo trovo immensamente ingiusto perchè i prodotti e le aziende si fanno passare per oro quando in realtà sono bronzo, prendendosi palesemente gioco dei consumatori. I prodotti in questione potranno pure avere ingredienti bio all’interno, ma se ci inseriscono anche qualche petrolato o silicone io non li considero più tali. Inoltre, non capisco nemmeno quelle aziende che sono definite bio ma alternano prodotti totalmente naturali a prodotti da evitare… occhi aperti sempre!

6. Quale è la marca che hai bandito dal tuo bagno?

Bandito direi nessuna. Non ci parto prevenuta: le controllo tutte, se il prodotto non mi piace lo poso e amici come prima XD

7. Quando di inci sapevi poco o nulla, hai mai fatto qualcosa di cui ti sei pentita?

Siiii avoglia!! Inizialmente ero diventata cliente abituale di Bottega Verde e dell’Erbolario perchè pensavo che facessero prodotti totalmente naturali! Invece no 😦 mi hanno delusa. Sono davvero pochissimi i prodotti salvabili di entrambi.

8. Quali sono i pregi e le soddisfazioni del passare ai prodotti bio?

Come ogni cambiamento, si attraversa una fase di passaggio e di adeguamento dal vecchio al nuovo realmente palpabile ed osservabile… io ho notato che la mia pelle è migliorata dopo aver eliminato prodotti con siliconi e petrolati (che danno un’effetto falsato del prodotto che alla lunga danneggia la pelle): è come se riuscissi a gestirla meglio e lei, di conseguenza, risponde altrettanto meglio a ciò che le faccio. Il passaggio ai prodotti bio per i capelli è un pò diverso: eliminando i siliconi, che sono quelli che creano una sorta di finta barriera sul capello che lo fa erroneamente percepire sano e protetto, i capelli poco a poco si mostrano per come realmente sono. Ho trovato i miei un pò crespi e secchi. Utilizzando balsami, ma soprattutto maschere per capelli fatte con ingredienti bio, trovo che ne sia migliorato l’aspetto: adesso sono realmente nutriti e morbidi naturalmente e non artificialmente 😉

Attenzione però: uno dei motivi per i quali mi piace alternare i prodotti senza scegliere soltanto quelli bio, è che potrebbe anche capitare che la pelle o la cute reagiscano negativamente al componente naturale: possono verificarsi casi in cui un certo estratto o una pianta provochino allergie o irritazioni. E’ sempre la pelle a farci da guida.

9. Hai mai “spignattato”?

No. Sinceramente non ho voglia di mettermi a combinare e dosare ingredienti e materie prime, partendo alla caccia delle bioprofumerie in cui posso reperirle (ed anche perchè non mi vengono i dolci, figuriamoci i cosmetici XD ). Ma se dovesse trattarsi di qualche maschera viso o capelli o qualche scrub perchè no 🙂 se dovessi restare a secco di prodotti pronti allora proverò!

10. Controlli sempre l’inci dei prodotti che acquisti? Prima o dopo averli acquistati?

OVVIO, che domande. Leggendo le recensioni nei blog più o meno incamero quali sono i prodotti buoni e quelli no. Se so che devo andare a comprare quella determinata cosa, so anche che perderò sicuramente tempo al supermercato XD perchè mi metto lì ad analizzarli tutti 😑 , con questa faccia della serie “bada, vedi di piacermi senza farmi perdere troppo tempo” ahah! Se ho dei dubbi su qualche componente allora attacco internet e mi metto a cercare. Lo so, sembro una vagabonda pazza esagerata, ma le cose o le faccio bene oppure non le inizio! Quindi se venite a fare la spesa con me, trovatevi il da fare e non assillatemi! 😇😘

11. Sei disposta a pagar di più per un prodotto bio? E perché?

Preferisco pagare di più se so che è un prodotto realmente valido. Certo, c’è sempre un limite anche perchè non sono figlia di Berlusconi e non lavoro, quindi cerco di gestirmi gli acquisti 🙂 e comunque, se devo spendere di più, lo faccio una volta ogni tanto. D’altronde ci sono prodotti, nelle profumerie o in farmacia, che non sono mica tanto più economici (e spesso anche quelli lì si rivelano una “sola”… si dice così  a Roma no?).

12. Credi che questa del bio sia una moda passeggera o che le cose possano davvero cambiare?

Io spero che non sia una moda passeggera ma non penso nemmeno che tutto il mondo si converta al bio. Personalmente, non la definirei nemmeno una moda (quindi qualcosa che verrà a scomparire ed uscire dalla scena)… lo considero come un fenomeno relativamente giovane (perchè in realtà esiste già da chissà quanti anni) emerso e diffuso oggi grazie ai mezzi di comunicazione esistenti e al passaparola 🙂 . Questo tipo di cose sono considerate “mode” da chi ne entra a conoscenza da poco secondo me. E’ una filosofia che io ho adottato e da cui non penso mi distaccherò più, anche perchè vanificherei i benefici che sto raggiungendo giorno dopo giorno. Inutile volere e comprare un prodotto a base di Aloe Vera, per dirne una, quando poi di aloe ne ha poco o nulla… cosa c’è di meglio di comprare un prodotto naturale che sia fatto realmente per il 90% di aloe?

13. Influenzi familiari o amici nell’acquisto di prodotti bio?

No. Il mio ragazzo è una causa persa, figuriamoci… XD solo se vivessimo insieme sarebbe “sottomesso” alle mie scelte cosmetiche uahuah 👿 . A casa parlo sempre di quello che compro e mia madre, quando deve acquistare qualcosa, mi chiede sempre un consiglio prima di acquistare: soprattutto quando usciamo insieme, perchè da sola ha difficoltà a capire l’INCI. Ma non influenzo nè obbligo nessuno a comprare per forza quel prodotto perchè ognuno è libero di fare ciò che vuole… alla fine si ci presenta solo pesanti. C’è chi pur sapendo continua a seguire la propria linea di pensiero, c’è chi è indifferente nel comprare un prodotto rispetto un altro e c’è chi si interessa veramente all’argomento e inizia a cambiare le proprie scelte d’acquisto e di utilizzo.

14. La tua scelta bio si estende anche al make up?

Siamo sempre là: prodotti accettabili, non necessariamente bio.

15. Cosa vorresti trovare nella tua bioprofumeria ideale?

Non saprei. Probabilmente mi piacerebbe che regalasse periodicamente campioncini di prodotti 🙂 non solo di creme o bagnoschiuma ma anche piccoli tester di trucchi per poter provare sempre cose nuove.

Questo è il mio pensiero sull’argomento. Non sono una predicatrice da fine del mondo perchè rispetto le scelte di tutti. E’ importante, comunque, che un’eventuale passaggio avvenga in modo graduale.

Spesso leggo di ragazze che su certi prodotti sono irremovibili: ad esempio sul trucco… vanno bene i prodotti bio per il viso e per il corpo ma non per quelli relativi al make-up 🙂 secondo me bisogna solo trovare il prodotto giusto 😉 ognuno ha il suo.

Spero di non avervi annoiato e permettetemi di lasciarvi il link (qui) sul mio articolo riportante l’elenco degli ingredienti dannosi dei prodotti cosmetici.

Anche se non è stato precisato, tengo a taggare questi blogger:

Ideepensharing

Cerambijoux

Keep calm and wear makeup

Blissful Blog

Il piccolo mondo di Lelle

Mybrightwebroom

I love it

Vediamo cosa dicono loro 🙂 un bacione a tutti voi 💋

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• ANTEPRIMA: Mini guida Anti-schifezze di Biotiful 🌱 •

Ciao figaccione 💙

Sono davvero contenta quest’oggi di parlarvi di una breve collaborazione con Biotiful ad un progetto da loro concluso.

Biotiful, un sito ormai abbastanza affermato su Internet con annessa app per il cellulare, che scommetto è più conosciuta da molte di voi rispetto al sito stesso.

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Infatti la app consente di scoprire e conoscere immediatamente l’INCI di un prodotto grazie all’elenco contenuto nel database; l’analisi dell’INCI si basa su più fonti nazionali ed internazionali quali Skin deep, Good Guide, CosIng… è infatti sufficiente riportare il nome o la marca del prodotto che verrà subito trovato dallo stesso database o semplicemente fotografando il codice a barre, nell’opzione Scanner, di un prodotto posseduto a casa per sapere quale sia la valutazione complessiva al riguardo.

Questo costituisce un modo veloce, soprattutto per le meno esperte, di capire se e quanto i prodotti che possediamo o vogliamo acquistare siano dannosi o meno per la nostra pelle.

Tengo a ricordarvi una cosa: la classificazione dei componenti avviene tramite il Biodizionario, un dizionario, appunto, reperibile online che classifica tramite l’assegnazione di “pallini” – rosso, giallo, verde a seconda della dannosità dell’ingrediente – i componenti inseriti nei cosmetici. E’ frutto di Fabrizio Zago, che è un chimico industriale sensibile all’ecologia e consulente Ecolabel e, lo stesso dizionario, viene redatto e aggiornato in base a quanto, soggettivamente, il componente viene considerato dannoso da egli stesso. E’, quindi, tutto relativo e principalmente, essendo Zago interessato alla biodegradabilità dei materiali, assegna i famosi pallini in base a questa capacità. Quindi, non è detto che un ingrediente contrassegnato da un pallino verde o giallo sia effettivamente innocuo per la nostra pelle!

Chiusa parentesi, vi invito a scaricarvi l’app 🙂 e a visitare il sito Biotiful se non l’avete mai fatto (basta cliccare sopra). Di cosa tratta il sito?

Questo sito è ben lontano dal voler sostenere il biologico a tutti i costi e non condanna assolutamente la chimica, scienza fondamentale molto spesso utilizzata ingiustamente con accezione dispregiativa; cerca, invece, di offrire una valutazione oggettiva degli effetti dei prodotti, basata su un’ analisi approfondita dei singoli ingredienti che li compongono. Durante la valutazione si devono tenere in conto più fattori, poiché non possono essere etichettati come nocivi soltanto i componenti notoriamente dannosi per l’uomo, ma anche quelli prodotti a discapito dell’ambiente e quelli che non sono ancora stati sufficientemente controllati.
L’obiettivo è di colpire le aziende che lucrano sull’utilizzo di questi componenti pericolosi per la nostra salute, i quali potrebbero essere facilmente sostituiti con equivalenti meno dannosi.

Essere consapevoli di cosa contiene un prodotto con cui la nostra pelle entra spesso in contatto, è uno strumento importantissimo, che ci permette di capire e valutare i suoi effetti benefici, la sua funzione ed il suo valore reale.

Inoltre è presente anche una sezione Shop in cui potete acquistare buoni prodotti ecobio 😀

Il progetto di cui vi parlavo sopra ha coinvolto pochi blog, contattati dallo stesso fondatore di Biotiful, scelti sulla base dell’attenzione e dell’interesse degli stessi alla composizione dei prodotti, ai rimedi naturali, al bio e alla cosmesi.

Il compito dei blog scelti è quello di presentare ai propri lettori e lettrici, in anteprima rispetto al lancio ufficiale, la Mini guida Anti-schifezze redatta dal team di Biotiful, che riporta tutte le informazioni essenziali per tenere alla larga gli ingredienti nocivi e acquistare i cosmetici in modo consapevole e sicuro.

Immaggdine

Vi ricordate il mio articolo Cos’è un INCI che vi ho pubblicato tempo fa? Ecco, questa è una guida simile, che potete scaricare e avere sempre a portata di mano per qualsiasi dubbio! 🙂

Per averla è facilissimo: non dovete fare altro che cliccare il link qui sotto

http://shop.biotiful.it/content/13-mini-guida

immettere il vostro nome e la vostra mail e vi verrà inviata immediatamente all’indirizzo di posta 😀 io l’ho già guardata e la trovo davvero interessante!

Penso che sia un’iniziativa allettante e diffondere questo tipo di conoscenze è sempre cosa giusta.

Vi ringrazio per la vostra attenzione e per aver letto quest’articolo 🙂 mi raccomando fate i bravi e scelte sagge!

Un bacio 💋

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☀ Piccola guida sui filtri solari e su come scegliere i prodotti per l’estate ☀

Buongiorno care 💛

Ho notato con piacere come sia stato apprezzato il precedente post sulla Guida agli INCI dei prodotti cosmetici (vi riporto il link per chi se lo fosse perso ed aggiungo che sarà soggetto ad aggiornamenti di volta in volta 🙂 ) e dell’esser venuta a conoscenza di una curiosa e positiva coincidenza: domenica pomeriggio mia mamma è andata al supermercato ed ha notato una madre e una figlia in preda alla lettura degli ingredienti dei prodotti da bagno nella sezione Bio XD mi ha detto che la madre prendeva i prodotti e la figlia, con l’aiuto di un foglio, individuava o meno la presenza di ingredienti dannosi. E’ stato divertente il fatto che questo sia accaduto il giorno dopo che abbia pubblicato il post sugli INCI e altrettanto simpatica l’idea che, magari, avessero usato proprio il mio di foglio 🙂 è già sicuramente da tempo che la gente pone attenzione a queste cose (per me è un mondo nuovo), ma l’ho trovata proprio una gran bella coincidenza… Che sia stato grazie a me o meno, mi fa ugualmente piacere! 😀

Ed ora, ladies and gentlemen, permettetemi di postarvi un’altra breve guida alla composizione dei solari: sappiamo tutti quanto sia importante proteggersi dal sole – dovrebbe accadere sempre ma soprattutto d’estate andando al mare – ed io, curiosando sul web, mi sono imbattuta in questo piccolo vademecum sui filtri solari tratto dal sito Sai cosa ti spalmi (potete cliccarci su). 

Allora amici e amiche, niente panico! I nomi sono più antipatici da ricordare, ma vi fate il vostro bel foglietto e, se volete (ovvio), ve lo portate dietro previo acquisto del prodotto. Ieri sono stata al supermercato ed ho fatto proprio così… guardando l’INCI prodotto per prodotto. Beata ignoranza: tutti i prodotti (solari, acque abbronzanti, oli, creme doposole) sono pieni di petrolati, siliconi, parabeni e PEG-PPG… soprattutto oli abbronzanti e creme doposole!! X_X

Più in là vi farò vedere cosa ho comprato io di decente. Ho fatto un mix di marche XD ma cominciamo!


Innanzitutto, il solare deve proteggerci sia dai raggi UVA, cioè quelli che creano l’invecchiamento e danni alle pelle, sia dai raggi UVB, cioè quelli che provocano arrossamenti e eritemi.

I solari possono esser costituiti da due tipologie di filtri: quelli fisici e quelli chimici.

Tra i filtri fisici si distinguono:

  • Il biossido di titanio (Titanium Dioxide) lo si può trovare anche come “optisol”– protettore raggi UVA
  • L’ossido di zinco (Zinc Oxide) – protettore raggi UVB

Questi si trovano maggiormente nei solari bio ma sono meno protettivi dei filtri chimici, per questo non vengono considerati totalmente filtri solari, proprio perché non proteggono molto.

I filtri chimici invece sono:

  • Tinosorb
  • Ethylhexyl Methoxycinnamate
  • Ethylhexyloxyphenol methoxyphenyl triazine – questo ed il precedente sono segnati rossi sul Biodizionario ma sono considerati filtri stabili

Tutti e 3 sono ben tollerati anche dalle persone con pelle sensibile perché sono efficaci e stabili anche ad alte temperature e assicurano una protezione completa a UVA e UVB.

I filtri chimici si distinguono in filtri chimici fotostabili (ovvero quelli che riescono a proteggere la pelle dall’azione dei raggi solari per diverso tempo dopo l’applicazione della crema) che sono:

  • Octocrylenefiltro UVB
  • Mexoryl:

Terephthalylidene Dicamphor Sulfonic Ac = Mexoryl SXfiltro UVA

Drometrizole Trisiloxane = Mexoryl XLfiltro UVB

  • Tinosorb:

Bis-Ethylhexyloxyphenyl Triazine = Tinosorb Sfiltro UVA e UVB

Methyilene Bis-Benzotriazolyl Tetramethylbuthylphenol = Tinosorb Mfiltro UVA e UVB

  • Diethylhexyl Butamido Triazonefiltro UVA
  • Ethylhexyl Triazonefiltro UVB
  • Octyl methoxycinnamate = ethylhexyl methoxycinnamatefiltro UVB, messo da solo in formula ancora regge in fotostabilità, ma se in co-presenza con l’avobenzone si destabilizza, ristabilizzandosi in presenza di octocrylene e/o Mexoryl e Tinosorb.

E filtri chimici non fotostabili:

  • Butyl Methoxydibenzoylmethane è l’avobenzone filtro UVA e parte UVB, è un filtro non fotostabile, è stabilizzato se in formula ci sono octocrylene e/o Mexoryl e Tinosorb
  • Ethylhexyl Salycilate (potreste ancora trovare da qualche parte il fu octyl salicylate, vecchia denominazione, stessa sostanza): filtro UVB non fotostabile, si stabilizza in co-presenza con ethylhexyl triazone, tinosorb M o S, octocrylene, o mexoryl.

Infine, ecco i filtri cosiddetti “problematici”, cioè quelli che interagiscono con l’azione estrogena producendo radicali liberi:

  • 4-Methylbenzyliden Camphor (4-MBC)Filtro UVB parziale UVA, risulta fotostabile ma è sotto osservazione dalla Commissione Scientifica Europea dei prodotti al consumo (SCCP) in quanto ci sono rischi di tossicità; con recente parere del 2008 SCCP valuta questo filtro solare sicuro quando introdotto per un massimo del 4% esclusivamente in prodotti da spalmare sulla pelle, mentre non può escludere rischi per la salute quando presente in prodotti spray, aerosol, o ingeribili tipo stick labbra, rossetti.
  • Octyldimethyl-PABA (OD-PABA)
  • Benzophenone-3 (Bp-3) e oxybenzone
  • Homosalate (HMS)
  • Octyl-Methoxycinnamate (OMC): pare che da solo non regga tanto bene in fotostabilità quindi è meglio trovarlo in co-presenza di ethylhexyl triazone, tinosorb M o S, octocrylene, o mexoryl.

Consigli spiccioli:

  • Evitare i solari con oxybenzone=benzophenone-3 in quanto genera radicali liberi, si accumula per via sistemica, interferisce con l’attività degli estrogeni;
  • Evitare i solari che hanno filtri con attività estrogena (vedi sopra)
  • Lavare sempre accuratamente i solari dalla pelle, mai andare a dormire con il solare in faccia o sul corpo.

Il forum di Lola consiglia:

  • Meglio comprare solari eco-bio con filtri fisici, se presente il titanium dioxide cercare i solari più ricchi in antiossidanti tipo vitamina C, gamma orizanolo, tea verde, estratto di carota, resveratrolo et similia che limitano eventuali danni
  • Comprando solari con filtri chimici sceglierli solo tra quelli che comprendono nella formula Tinosorb S e M e Mexoryl XL e SX. Se cercate buone protezioni chimiche le migliori le trovate, incredibile ma vero, al supermercato, non in farmacia: i colossi della cosmetica della grande distribuzione fanno dei solari buoni e soprattutto sperimentati con test dermatologici su volontari (…).

Boh ragazze, ce la possiamo fare 👌

Per agevolarvi, se avete intenzione di acquistare i solari al supermercato, posso dirvi che ho controllato quasi tutte le marche presenti (mi manca l’Omia e un’altra marca, mi pare) e contengono tutte schifezzuole varie (io sono stata all’Auchan). Poi magari voi siete fedeli a certe case cosmetiche e preferite continuare ad acquistare quelle 🙂 ad ogni modo, spero che questo breve promemoria possa tornarvi utile.

Un bacio e un abbraccio a tutte/i voi 💋

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• Cos’è un INCI? Come imparare a leggerlo per riconoscere le caratteristiche dei prodotti e l’eventuale “dannosità” di questi sulla nostra pelle •

Ciao bellezzeee 💜

Se nell’ultimo post ero stra-scazzata (e inca**ata), oggi mi sento molto energica 😀 . Dopo l’esperienza con lo shampoo all’estratto di miglio e soja de l’Erbolario (cliccate sopra per leggere) non ho perso tempo ad andare su internet e documentarmi su altre tipologie di shampoo, non solo di questa ma di altre aziende in generale.

Il mio intento era quello di imparare a capire la composizione dei prodotti e imparare a leggerla e ad interpretarla correttamente per sfuggire alle fregature e alle schifezze che ci vendono nel mercato (spesso facendoci passare il piombo per oro).

Solitamente, in generale, cerco sempre recensioni sui prodotti su internet, imbattendomi in due forum molto famosi e molto ricchi di recensioni e nozioni utili al mio scopo: L’angolo di Lola e Sai cosa ti spalmi (vi cosiglio di dare un’occhiata per levarvi ogni dubbio). Solo che sono così ricchi di cose che mi confondo quando ne cerco qualcuna io XD e quindi ho spesso lasciato stare.

Ma ieri mi sono imbattuta sul canale Youtube di Carlitadolce: non la conoscevo prima d’ora e devo dire, in modo molto sincero, che l’ho trovata piacevolissima da seguire, chiara nelle spiegazioni e veritiera nelle sue informazioni (nonostante le numerose critiche che riceve, ma questo è un discorso che non interessa a noi qui). E’ grazie a lei, in alcuni dei suoi primi video, se ho FINALMENTE capito come funziona la composizione dei prodotti e come la si legge correttamente! 💜 *felicissima!* … ed ora, voglio condividere questa conoscenza con voi 🙂 sperando di fare cosa gradita. Cominciamo!


Trovandovi tra le mani un prodotto e ponendo attenzione alla sua composizione (INCI), bisogna, innanzitutto, sapere che l’ordine col quale gli ingredienti sono posti all’interno dell’INCI non è casuale: viene riportato prima il prodotto presente in quantità maggiore fino ad arrivare a quello in quantità minore. Di conseguenza, sulla base della valutazione del Biodizionario, prodotti con componenti che presentano un pallino rosso o due pallini rossi sarebbero da evitare: ancor di più, se si trovano all’inizio della formula. Se questa è considerata accettabile e verso la fine si trova un ingrediente con un pallino rosso, si può sorvolare e acquistare il prodotto. Stessa cosa per i componenti con un solo pallino giallo (a meno che non vi siano molti ingredienti a pallini gialli, anche in questo caso sarebbe meglio posare il prodotto).

* Il Biodizionario è un dizionario, appunto, reperibile online che classifica tramite l’assegnazione di “pallini” – rosso, giallo, verde a seconda della dannosità dell’ingrediente – i componenti inseriti nei cosmetici. E’ frutto di Fabrizio Zago, che è un chimico industriale sensibile all’ecologia e consulente Ecolabel e, lo stesso dizionario, viene redatto e aggiornato in base a quanto, soggettivamente, il componente viene considerato dannoso da egli stesso. E’, quindi, tutto relativo e principalmente, essendo Zago interessato alla biodegradabilità dei materiali, assegna i famosi pallini in base a questa capacità. *

La prima regola è evitare di acquistare shampoo e detergenti dove il primo ingrediente sia il sodium lauryl sulfate o ammonium lauryl sulfate: sono tensioattivi molto irritanti e sgrassanti che si presentano aggressivi. Il primo, l’SLS, è segnato verde sul Biodizionario semplicemente perché è biodegradabile, ma non significa che faccia bene alla nostra pelle.

Al posto dell’SLS, al secondo posto o tra i primi della formulazione, possiamo incontrare un altro tensioattivo, lo SLES (il sodium laureth sulfate): il termine finisce in “eth” e significa che è sintetico. E’ segnato giallo sul Biodizionario solo perché è meno biodegradabile dell’altro, ma in effetti è anche meno aggressivo dell’SLS. E’ preferibile, comunque, evitarlo.

La presenza dello SLES è accettabile se è messo in una formula controbilanciata da un tensioattivo anfotero, come la betaina (esempio cocamidopropyl betaine o sodium cocoamphoacetate), che bilancia l’aggressività dello SLES stesso. Infatti, quest’ultimo non è necessario che venga rifiutato a priori, ma deve essere inserito in una formulazione corretta come la seguente:

AQUA, SODIUM LAURETH SULFATE, COCAMIDOPROPYL BETAINA o cocoamphoacetate (o altri tensioattivi surgrassante come i glucodisi) E SODIUM CHLORIDE! Quest’ultimo deve stare SEMPRE DOPO LA BETAINA!

Quando si presenta la seguente formulazione, allora si sa che il prodotto non sarà aggressivo!

Il sodium chloride è il sale, che spesso viene posto subito dopo lo SLES, causando forte aggressività. Poichè lo SLES è un tensioattivo che si addensa facilmente con elevate quantità di sale, molte aziende, per risparmiare, utilizzano elevate quantità di sodium chloride ponendolo subito dopo lo SLES, rendendolo troppo aggressivo. La betaina posta prima controbilancia l’aggressività dello SLES.

Questa regola vale anche se troviamo sodium cocete sulfate, sodium mireth sulfate e sodium pareth sulfate (anch’essi SLES).

Se dopo sodium troviamo dei numeri (esempio sodium c12-13 pareth sulfate) EVITIAMO perché è un derivato del petrolio ed è molto aggressivo.

Negli shampoo totalmente ecobio, vengono inseriti tensioattivi delicati (che sono da preferire in generale) come il sodium lauroyl sarcosinate. Quando trovate questo, andate sul sicuro 🙂


Altre sostanze dalle quali diffidare se sono presenti nella composizione sono i PETROLATI, ovvero oli minerali derivati dalla lavorazione del petrolio che alla lunga occludono i pori e non lasciano traspirare la pelle. Ecco come si presentano:

  • Petrolatum
  • Isopropyl – (isopropyl palmitatoisopropyl myristate, isopropyl glycol)
  • Paraffinum liquidum
  • Vaselina
  • Mineral Oil
  • Cera microcristallina (Microcrystalline Wax)
  • Paraffina
  • Propylene glycol

Diffidare dai SILICONI: ci vogliono mesi prima di eliminarli dai capelli provocando secchezza e ci si accorge del danno al capello dopo che non li si usano più. Finiscono in:

  • –one, -thicone, -siloxane, -silanoil
  • Dimethicone
  • Amodimethicone
  • Cyclomethicone
  • Ciclopentasiloxane
  • Dimethiconol
  • Trimethylsiloxysilicate
  • Quaternium 80 – lo si trova spesso sui balsami
  • Quaternium 15

Se sono presenti verso la fine della formula e in piccole quantità, sono leggermente più tollerabili. Danno la sensazione di avere la pelle liscia e idratata che in realtà non è, perché è il silicone che crea questo strato finto su di essa. Sporcano i capelli e sono difficili da eliminare. Anche i famosi cristalli liquidi che si acquistano soprattutto quando si va al mare non sono altro che siliconi e quindi illusori del reale effetto che realizzano sui capelli.

Evitate i PARABENI, un gruppo di elementi chimici diffusi da tempo in molti prodotti farmaceutici, alimentari e cosmetici, poiché utilizzati come conservanti per le loro proprietà fungicide e battericide. Secondo l’industria cosmetica, si tratta di ingredienti indispensabili per garantire la sicurezza e la qualità di molti prodotti di utilizzo quotidiano, quali alimenti, medicinali, prodotti per la casa e cosmetici. Una volta aperti, quest’ultimi potrebbero infatti alterarsi in seguito a una contaminazione provocata da batteri, funghi e muffe, provocando irritazioni, infiammazioni e perfino infezioni della pelle. Grazie all’utilizzo di sostanze efficaci e a basso costo come i parabeni, quindi, i cosmetici più soggetti al rischio dell’inquinamento batterico riuscirebbero a conservarsi in modo ottimale per un determinato periodo successivo al loro avvio. Controllate tutti gli ingredienti che terminano col suffisso –paraben.

Continuiamo con le SOSTANZE SINTETICHE da evitare quali PEG (Polietilenglicole o glicole polietilenico) e PPG (Polipropilenglicole o glicol polipropilenico), Glicol: queste inquinano, fanno male alla pelle e sono aggressive specie se si trovano tra i primi posti della formulazione. La maggior parte di queste sostanze sono composte da numeri dispari e sono classificate col pallino rosso sul Biodizionario nell’80% dei casi. Se la formulazione del prodotto è accettabile, al limite il PEG o PPG deve essere un numero basso tipo 10 o 20, ma sicuramente meglio quando non è presente completamente.

Altre sostanze sintetiche sono caratterizzate da queste sigle:

  • DEA (Diethanolamine)
  • MEA (Monoethanolamine)
  • TEA (Triethanolamine)
  • MIPA (Isopropylamine)

Esempio Cocamide Mea o Lauride Dea in presenza di nitrati, nitriti, ossido di azoto rilasciano formaldheyde creando nitrosammine.

Possiamo trovare l’EDTA (esempio il tetrasodium EDTA) che è un emulsionante usato in dosi fisse, quindi che stia all’inizio o alla fine della formula non ci interessa personalmente perché non crea danno a noi e alla nostra pelle ma all’ecosistema marino, quindi ai pesci. Se rispettiamo l’ambiente in cui viviamo e vogliamo evitare di mangiarle pure le schifezze (dato che ci cibiamo di pesce) oltre a spalmarcele addosso, meglio preferire prodotti senza quest’ingrediente.

Occhio anche ad alcuni COLORANTI come benzene, naftalene, fenolo, xilene e creosolo.

E in conclusione, stiamo alla larga dai CONSERVANTI che rilasciano formaldheyde (una sostanza accertata e riconosciuta come cancerogena) e vanno, perciò, evitati. Sono i seguenti:

  • Imidazolidinyl urea e diazolidinyl urea
  • Methylchloroisothiazolinone
  • Methylisothiazolinone – questo e il precedente, se sono gli unici col pallino rosso, ci si può chiudere un occhio
  • Triclosan – è spesso presente nei deodoranti e si evita perché si accumula nel corpo, entra in circolo (col rischio di provocare allergie) e lo si ritrova anche nel latte materno!
  • BHA – butilidrossianisolo – E320
  • BHT – butilidrossitoluene – E321
  • Carbomer assieme a radici quali crosspolymer o acrylate(s) o styrene o copolymer o nylon
  • Triethanolamine
  • DMDM hydantoin, sodium hydroxymethylglycinate, chlorexidine, nonoxynol o poloxamer
  • Bronopol, Kathon, Bronidox
  • I -trimonium e i -dimonium.
  • Evitare i conservanti in bromonitro e cloro: 2-bromo-2-nitropropane-1, 3-diol, 5-bromo-5-nitro-1, 3-dioxane, methyldibromo glutaronitrile, clorofernesina, 5-cloro-2-(2,4-diclorofenossi) fenolo.

Spero di non avervi annoiato con questo lungo post di nomi strani 🙂 ho provato, oggi al supermercato, a scegliere prodotti migliori rispetto ad altri… ma non è facile :/ magari contengono ingredienti che qui non sono citati ma ugualmente “cattivi”, e la cosa diventa semplice solo se si è laureati nel settore xD e andando a dare un’occhiata ai prodotti che ho in casa…….. meglio non parlarne!

Se qualcuna/o di voi ha delle nozioni in più o un’altra dritta da voler condividere qui, ovviamente sono più che gradite!! 🙂

Per ora è tutto. Un bacio e una buon sabato 💋

Firma2

* PS: questo, per il suo contenuto, è un post che può essere soggetto ad aggiornamenti. Vi lascio il seguente link per confronti: Blog di Il laboratorio del movimento *